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XLVIII TRAVERSATA DELLO STRETTO DI MESSINA
(Claudio Trevisonno, Salina, Estate 2012)

L'avvenimento, che si svolge ogni anno in estate, è molto pittoresco e coinvolgente, ma è, a torto, trascurato dai media istituzionali.

Questa versione della traversata (la quarantottesima) aveva 98 partecipanti provenienti da varie parti di Italia ed Europa.
Ogni partecipante aveva la sua barca di appoggio con relativo barcaiolo ufficiale. Il barcaiolo (di solito un pescatore o marinaio in pensione nativo del luogo) ha una funzione basilare in quanto esperto delle fortissime correnti che possono condizionare l'esito della gara.
Sulla barca di Mauro c'erano, oltre me, altre 5 persone: i genitori, il barcaiolo, il fratello del barcaiolo e l'allenatore.
La barca era una lancia del tipo tradizionale di legno con un motore Diesel entrobordo.

Nuotatore in barca
Il nuotatore in barca prima della gara

La partenza: La partenza è avvenuta dalla Sicilia (questa volta da Punta Faro) ed è finita in Calabria, a Cannitello, una frazione di Villa San Giovanni. Sembra però che nessuno conoscesse il punto esatto, così si è verificato un gigantesco ingorgo di barche locali ed altre provenienti dalla Calabria (inclusa la nostra) che si aggiravano nervosamente lungo la costa in cerca del punto di partenza. Dopo un'ora circa di urla e manovre davanti ad una spiaggia gremita di bagnanti perplessi, l'intervento autorevole di 3 vedette (Guardia Costiera, Finanza e Carabinieri) ha chiarito la situazione ed ha concesso agli atleti di prendere posizione. In questa fase tutte le imbarcazioni devono allontanarsi a 300 metri ed attendere la partenza che avviene dalla riva tra grandi incitamenti ed urla dei bagnanti.


Barche Ricerca del nuotatore
Le barche si tengono a distanza di 300 metri dalla riva Dalla barca bisogna trovare il nuotatore
Nuotatore
Il nuotatore è stato avvistato

Il Percorso: In mezzo ad un casino incredibile di barche, motovedette e nuotatori ogni imbarcazione deve individuare il proprio partecipante che sta nuotando all'impazzata. Questa operazione richiede grande esperienza ed occhio di falco. La presenza a bordo dell'allenatore, dei genitori e di un potentissimo binocolo ci ha consentito di individuare Mauro, contrassegnato dal numero 8 scritto col pennarello sul dorso e sulle spalle, abbastanza presto. Ci siamo quindi affiancati zigzagando tra le altre barche che stavano facendo la stessa cosa. In qualche caso le barche cercavano di ostacolare in modo più o meno palese il tragitto dei concorrenti. Mauro era alle prese con tre nuotatori avversari che gli si erano messi alle calcagna e cercavano in tutti i modi di dargli fastidio, ma la sua esperienza di 'water polo' gli ha concesso di destreggiarsi egregiamente a suon di gomitate e spallate. Durante la mischia Carlo, il padre di Mauro, ha rischiato un infarto, nonché il distacco delle corde vocali nel tentativo di far desistere gli assalitori. L'allenatore continuava a dire "calma, questo è uno sport", mentre il barcaiolo urlava "Bene! Bravo!"" a squarciagola. Una volta districatosi dagli avversari mauro ha proseguito a razzo verso la sponda opposta guidato tra le correnti dalle sapienti indicazioni del barcaiolo e dell'allenatore. A distanza, nascosti dai flutti e dalle barche si intravedeva ogni tanto qualche concorrente. Solo l'allenatore riusciva a stimare la posizione dei primi partecipanti. La mamma di Mauro, anch'essa urlante, tentava di documentare l'avvenimento con una fotocamera ormai in crosta di sale. Il mio ruolo, da neofita, consisteva nello spalmarmi di crema solare e nel chiedere continuamente spiegazioni all'allenatore che, essendo uno sportivo è riuscito a non mandarmi mai a quel paese".

Foto Mischia in mare
Una foto reciproca I concorrenti si disturbano a vicenda

L'arrivo: Chiedo scusa, ma dell'arrivo posso dire ben poco. La fine del percorso si svolgeva in un tratto lungo la riva del lungomare di Cannitello in mezzo ad un casino di incitazioni sia dalla riva che dalle barche. In particolare il padre di Mauro continuava ad urlare "Più veloce! Più veloce!" ed "Accelera! Accelera!". Ho il sospetto che alla prossima gara si porterà uno scudiscio per incitare meglio il figlio. Ovviamente gli altri cinque non stavano zitti e, come minimo,urlavano "Dai! Dai!"" . Mi sono reso conto della inutilità di tanto urlare quando, dopo la gara, Mauro mi ha confessato che dall'acqua non si sente una mazza. Ovviamente l'allenatore evidentemente più 'navigatoì limitava le urla e abbondava invece nei gesti, che io, nel tentativo (vano) di rendere in qualche modo utile la mia presenza a bordo, cercavo di imitare.
Dovete sapere che, così come avviene alla partenza, anche all'arrivo le barche devono stare lontano dagli atleti, così, tra le varie ipotesi sull'ordine di arrivo e tra i vari commenti e discussioni su quale fosse il miglior percorso per affiancare la boa ed entrare nella caletta del traguardo senza essere trascinati dalle correnti, abbiamo lasciato il campo di gara per andare ad ormeggiare la barca.
Raggiunta poi da riva la zona del traguardo, incontravo Mauro fresco come una rosa, vestito di tutto punto e sottobraccio con una ragazza. Gli ho chiesto subito, riferendomi all'ordine di arrivo: "come sei arrivato?"" e lui, senza scomporsi mi ha risposto: "a piedi". Dimenticavo di dirvi che Mauro ha un fratello gemello identico di nome Alex che era venuto a vedere l'arrivo della traversata.
Insomma, dopo aver condotto una approfondita inchiesta ed aver assistito ad una intervista radiofonica di Mauro, sono venuto a sapere l'ordine di arrivo: Mauro è arrivato quinto assoluto e terzo nella sua categoria.

Spettatori
Bagnanti e spettatori aspettano i nuotatori all'arrivo

La Premiazione: Come tutte le premiazioni che si rispettano, questa è avvenuta di sera, davanti ad un pubblico numeroso ed è stata allietata da canti e balli. Una poetessa siciliana ha declamato a gran voce le sue bellissime poesie in dialetto. Hanno partecipato esponenti politici locali che si sono abbuffati presso le bancarelle del servizio ristoro. Alex si è occupato del servizio fotografico per conto della famiglia. Mauro, che la settimana prima era arrivato primo ad un'altra gara, dopo aver ritirato la coppa ed aver mangiato con tutti noi la pizza di ordinanza, si è ritirato per concentrarsi per la gara successiva (altri 5 Km, lungo la costa calabra, il giorno dopo).


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