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Bandiera senza pace
(dicembre 2003)

 
"Pace, pace. E' tornata la bonaccia" disse Pascoli in un momento di relax. E non si riferiva a nessuna delle bellezze dei suoi tempi. La sua esclamazione non era molto più ottimistica della 'quiete' leopardiana. La conclusione, per Pascoli, è la pace, ma solo dopo la morte. E nella vita?
Se io mi metto in mare per amore di avventura e mi coglie una tempesta, è giusto e inevitabile che io debba lottare contro le onde infuriate. Se voglio inseguire la balena bianca o l'araba fenice o il vello d'oro nella Colchide favolosa, e le forze della natura mi si oppongono, mi travolgono e mi annientano, non mi lamento. Ma perché, dopo avere accettato (non molto volentieri per la verità) di vivere in società, di sacrificare qualche minuto del mio tempo per voi, di regalarvi, solo se me lo chiedete, qualche mio prezioso consiglio, di evitare in ogni modo di infastidirvi, voi mi ripagate con le vostre aggressioni continue?
Quali aggressioni? Le solite: le grida assatanate, l'uso frenetico delle strade asfaltate con il telefonino all'orecchio e senza mai usare le frecce, le valanghe di fumo, le stragi, le insolenze e le minacce ai vecchi e ai disoccupati, il consumo esasperato di ossigeno per futili motivi, il rifiuto arrogante di mettere in discussione il vostro tenore di vita, la stupidità delle vostre discussioni infinite che non raggiungono mai il nocciolo della questione. Il nocciolo è questo: il fine della società è vivere in pace, non mantenere un tasso di sviluppo economico sempre in crescita. Se non lo volete, lasciamo perdere, ma non andate a lamentarvi ipocritamente. Avete cominciato voi, stronzi! Siete responsabili di tutti i mali della terra. Andate a lamentarvi peché uno, magari per un attimo più svelto, ma sicuramente non più ladro, vi prende al volo il tozzo di pane che vi cade dalle mani!
Vivere in pace, è ovvio, significa che se tu hai un paio di scarpe, anch'io devo avere un paio di scarpe, come tutti i 'figli di dio'. E se voi avete un panfilo... beh, tenetevelo: a me basta una barchetta a remi o, magari con una piccola vela per scorrazzare da un porticciolo all'altro del Mediterraneo. Mi basta, anche se non ce l'ho.
E, per favore, smettetela con l'elemosina, con le raccolte di fondi, le visite ai carcerati, agli ospedali, ai paesi poveri, perseguitati o tiranneggiati, che servono solo per pavoneggiarvi. Quello che dovete fare è semplice: Riunitevi una volta per tutte e decidete di fare una finanziaria globale che serva a sfamare e a rallegrare tutto il mondo. Se vi ponete altri fini, come proteggere questo o quello, punire, arginare, processare, pagare o rimettere debiti, portando sondaggi, statistiche e proiezioni, fallirete anche questa volta. Perché il problema unico è la sofferenza, non se a soffrire sono 100, 1000, o un miliardo.

mic.dang@tiscali.itmic.dang@libero.it


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