Il pensiero del granchio 
(Estate 2004)
Rubrica di ciò che il granchio pensa nel suo buco-giardino.

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Stato assistenziale e meritocrazia

Ecco le bandiere, i fiori all'occhiello dei convintissimi neo-liberisti di destra e di sinistra, vecchi ideologi rispetto ai quali nutro un sentimento misto di commiserazione e di vergogna. Il maledetto 'stato assistenziale' li fa incazzare e la meritocrazia li inorgoglisce e li esalta da almeno 20 anni a questa parte. La loro morale è di una semplicità elementare: chi merita deve essere premiato (salvo eccezioni), chi non merita deve essere punito (generalmente). Nessuno esplicita la reale e ovvia conseguenza: chi merita sopravvive, chi non merita crepa. Quando se ne accorgono farebbero brutta figura a dire quello che pensano:  e chi se ne frega. Allora cominciano a complicare le cose: concediamo agli incapaci un minimo per la sopravvivenza. Ma la concessione te la rinfacciano continuamente e vorrebbero riprendersi i quattro soldi che hanno dovuto stanziare per i poveri (sinonimo di incapaci). C'è il debito pubblico, la crisi economica, il terrorismo e la guerra necessaria e sacrosanta: non possiamo continuare con le spese. L'assistenza ai derelitti, per loro, è una spesa superflua. Va bene, se questa non è 'ideologia' - altra parola che li manda in bestia - che cos'è? Pensateci un momento. Uno stato non assistenziale dovrebbe essere completamente indifferente alla sorte dei suoi cittadini, che siano liberi, ricchi, schiavi o pezzenti. Esso non dovrebbe assistere i poveri e tanto meno i ricchi: se vi rubano in casa o vi rapinano per la strada non potreste chiamare la polizia che vi soccorra. Ma invece lo stato meritocratico non assistenziale che vogliono è sempre molto assistenziale per le classi agiate tanto da diventare, qualche volta, uno stato poliziesco, ma, insieme,  testimone assente delle lotte in cui vince il più forte, il più assassino, il più delinquente. E lo sanno bene i neo-liberisti che non vogliono essere infastiditi da alcun intervento dello stato, ma quando hanno lo stato in mano si divertono a infastidire cittadini statalisti, anarchici e liberisti. Lo dimostrano, per esempio, i controlli del fisco fatti soprattutto su chi è evidente che non ha nessun modo di evadere. Esistono oggi mezzi potentissimi, che potrebbero essere allestiti e perfezionati da eccellenti informatici di ogni risma disponibili sul mercato, per controllare alla fonte i redditi di tutti i cittadini e di procedere ad un prelievo automatico. Se poi nel programma di controllo si nascondono due o tre istruzioni per escludere dal controllo se stessi e magari due o tre familiari e amici, che importanza ha di fronte al beneficio di un'operazione automatica che liberi gli onesti cittadini dalla beffarda, inutile, degradante dichiarazione dei redditi annuale? Di anagrafe tributaria sono 40 anni che si chiacchiera. Qualcosa si è fatto, ma l'obiettivo, secondo il mio parere insignificante, doveva essere quello di liberare la gente da pratiche noiose e ripetitive. Si sa, è un obiettivo fastidioso e, forse, pericoloso. Meglio continuare a infastidire i pezzenti. Se uno stato non è assistenziale, se non ci assiste nei nostri bisogni - e ci costringe invece alla tortura della dichiarazione dei redditi oltre che a ricerche estenuanti per trovare ogni giorno qualcosa da consumare a buon mercato, un medico disposto a visitarci, una angolo di verde pubblico dove andare a respirare qualche ultima molecola di ossigeno - non è uno stato. O almeno non è quello che io e i miei compagni di sopravvivenza vorremmo avere: ci viene imposto con la forza e l'inganno.
Che cosa ho contro la meritocrazia? Semplicemente vi dico che non esiste, non può esistere né nell'attuale dominio dell'arbitrio, né in un ipotetico stato pacifico: per definizione. Chi sceglie il meritevole tra gli immeritevoli? Il meritocrate immeritevole arrivato ai vertici con la prepotenza. Si vede benissimo: esempi lampanti sono il grassone che insegna l'arte di dimagrire o la giovanetta nel fiore degli anni che mostra sul suo corpo impeccabile quanto faccia bene l'elettrostimolazione ai vecchi e ai contusi. Nel primo esempio, come può il ciccione giudicare la ciccia dei suoi imprudenti clienti? Nel secondo caso la leggiadra fanciulla merita ben altro che essere usata per una truffa così clamorosa.
Il meritevole, specie in uno stato come il nostro, pieno di piccoli e medi imprenditori e professionisti desiderosi di instaurare il regime della 'qualità garantita' dagli albi professionali protezionistici, è colui che, meglio degli altri, impara a convincere i clienti del proprio diritto a sguazzare nell'oro che gli ingenui gli elargiscono. E che cosa c'è di tanto esaltante in questi comportamenti truffaldini e rapaci? E' giusto che chi osa, inventa, è crudelmente creativo, abbia il diritto di godere di agi da negare a chi non osa, non ha idee, tende a fuggire, a ritirarsi da ogni forma di sfida? Lo so che così va il mondo, ma è questo che si voleva col 'contratto sociale' (se c'è mai stato)?
Uno stato pacifico è semplicemente il contrario della meritocrazia.
Mi obiettano sempre: quando tu dovrai essere operato da un chirurgo certamente preferirai il migliore. Sì, se avrò i soldi per pagarlo, chiederò il migliore, cioè quello che ha la fama di non avere sulla coscienza troppe vittime e di non aver lasciato bende, pinze e tamponi nel corpo di malcapitati pazienti. Intanto, per ora, ho dovuto opporre un cortese rifiuto a due o tre meritevolissimi medici che mi proponevano di insistere con una cura di antibiotici per la mia otite che, invece, ha preferito rientrare in uno stato di normale simbiosi batterica senza altre aggressioni. Il Comitato nazionale di bioetica ha dichiarato recentemente che agopuntura, omeopatia, medicina tradizionale cinese e altre pratiche del genere non hanno fondamento scientifico. E la medicina ufficiale, per cui un medico di base tira a indovinare come vanno le guerre intestine tra bande di microbi opposte nel tuo organismo (senza usare strumenti di indagine che costano troppo e senza avvicinarsi troppo per paura del contagio) e, dopo avere provato uno o due intrugli venefici, di fronte ad un insuccesso ti mandano da un altro sperimentatore indovino definito specialista e, solo quando stai per morire, si rassegnano a usare qualcuno degli strumenti adatti a un'indagine più accurata, questa sarebbe scienza? Può darsi che lo sia, ma per il popolo di incapaci è proprio come se non lo fosse. Raffreddore senza febbre? Farmaco antistaminico e blando vasocostrittore nasale. Febbre a trentotto? Antibiotico adatto alle vie respiratorie. Otite come la mia? Antibiotico più indicato per la zona auricolare e sterno-cleido-mastoidea - quello che va bene anche per l'ascesso dentario. Mal di pancia con febbre? Streptomicina e simili. Mi pare che lo so fare anch'io. E molto meglio lo farebbe un software con un database-prontuario farmaceutico. Sono almeno trent'anni che lo vado dicendo. Ormai la diagnosi e la prescrizione - almeno come è fatta dai medici nostrani - si potrebbe fare in Internet (che tren'tanni fa non esisteva ma si poteva prevedere). Ma si sa, anche questo è avversato dalle potenti congreghe mediche, paramediche e dalle società multinazionali produttrici di farmaci. 
Io posso accettare che ai 'migliori' venga riconosciuto il loro merito e che gli infingardi vengano biasimati, ma non che ai peggiori sia negato il diritto di sopravvivere, di andare in barca e in villeggiatura. 
- Ah! Anche la villeggiatura! 
- Sì. Alle Bahamas, ai Caraibi, sulla Costa Azzurra...
Immeritevoli di tutto il mondo, unitevi!
 
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