Diario di viaggio
(Settembre 2003) Al ritorno da un viaggio-vacanza nel centro-sud. |
E' proprio vero. Ne sono ormai diretto e
tardivo testimone, e mi aggiungo volentieri al coro degli arrabbiati. Non
so dove l'Istat prenda i suoi dati. Tutto quello che ho acquistato è
costato il doppio di quanto lo pagassi 2 o 3 anni fa: la camera in albergo,
il pasto al ristorante, la prima colazione al bar. E poi, nelle vetrine,
per esempio, le scarpe che due anni fa costavano 160.000 lire oggi costano
160 euro, cioè 320.000 lire. Sicché la mia vacanza è
durata una settimana invece di due.
Perché la mia pensione non è raddoppiata e, invece, si pensa a 'riformarla'? Lo sciopero dei consumatori fatto il 16 settembre è stato una giusta protesta, sia pure di dubbia efficacia. Il governo e le parti che lo sostengono fingono di ignorare questo disastroso aumento del costo della vita, a cui ormai sarà difficile rimediare. Così, in questi giorni ventilati di settembre, stanco della stanchezza accumulata nella lunga torrida estate passata, stanco di stare chiuso in casa a sventolarmi e bagnarmi, ho fatto, con mia moglie, un viaggetto verso il sud: quattro giorni a Gaeta, con escursioni a Scauri e Minturno; tre giorni a Terracina, con visita al tempio di Giove Anxur, al Circeo, a Porto Badino. Sulla via del ritorno abbiamo visitato Roccasecca dei Volsci. Un diario dovrebbe essere redatto giorno per giorno. Nei viaggi passati lo facevo. Questo, in realtà, è un semplice rapido resoconto, una raccolta di impressioni. E, per cominciare, Gaeta mi è sembrata oppressiva, con le sue mura enormi, la sua fortezza militare, le strade piene di traffico puzzolente, il parcheggio a pagamento (8 euro giornalieri). Una delle strade, costeggiate da opprimenti palazzi grigi, si chiama 'via Angioina', un'altra 'via Aragonese': ricordi di un passato di invasioni militari straniere. Il buono, per me, è stata l'acqua del mare relativamente pulita, la vista dall'alto sul mare e le sue isole, il cibo ottimo, anche nel circondario, soprattutto al Ristorante del Passeggero a Scauri: spaghetti all'astice impareggiabili. Una triste constatazione in tutti i luoghi di mare visitati, con poche eccezioni, è la generale scomparsa delle piccole barche di legno verniciate a mano, dei vecchi pescatori seduti sugli scogli a rappezzare le reti. Si vedono solo grossi natanti a motore, di vetroresina, attrezzati per la pesca d'altura e le escursioni di moderni epuloni che oggi, in Italia, hanno superato di gran lunga il numero di sette. Dove mancano questi pesanti barconi, tutti dello stesso colore bianco sporco, la costa non offre riparo neppure per le barchette di una volta. La modernità ha cancellato ogni colore vario. Non esistono più modeste case di pescatori o contadini, ma solo mastodontici residences che deturpano il paesaggio. Che faccio, mi lamento perché i vecchi pescatori e contadini si sono arricchiti, sono diventati epuloni, hanno costruito i loro moderni mausolei, spesso abusivi, ed offrono alloggi di massa sulle vie costiere perennemente percorse da automobili e autocarri puzzolenti? Beh, sì. Questo fenomeno mi esaspera, perché vuol dire che se uno, come me, aspirasse a ritirarsi in campagna o sulla riva del mare e a campare con le risorse della natura, dovrebbe affrontare difficoltà inaudite e, alla fine, non riuscendo ad opporsi alla tendenza moderna che impone, per colpa dei governi e della stupidità generale, l'abbandono della terra e del mare, dovrebbe rinunciare. Porticciolo romano nell'Oasi WWF di Gianola Di Terracina è inutile parlare: è una città quasi rovinata dagli abusi edilizi, dalla mancanza assoluta di senso estetico e dal solito traffico mostruoso. Solo recentemente, mi si dice, si è cominciato a valorizzare le antichità, tra cui il tempio di Giove Anxur, posto in cima a un'altura e quindi visibile da tutto il circondario. Anxur è il nome che i Volsci avevano dato a Terracina prima della definitiva conquista romana. Roccasecca dei Volsci |