Il pensiero del granchio
(Dicembre 2002) Rubrica di ciò che il granchio pensa nel suo buco-giardino. |
Questa volta l'ho fatta grossa. O meglio, mi è
capitata grossa. Mi è caduta sul capo calvo come una tartaruga sul
capo di... (ma chi era quel filosofo o poeta greco così fortunato
da morire per colpa di una tartaruga lasciata cadere da un avvoltoio che
aveva scambiato la testa calva per una bella roccia dura?). Insomma sono
rimasto con un HD davanti e uno di dietro, ma entrambi di grandezza paragonabile
a quella di eventuali foglie di fico! Infatti il mio secondo HD (ora sostituito
da un terzo di scarsa capacità), nel quale era conservato quasi
tutto il mio patrimonio culturale in venti lucidissimi GB (ci si poteva
specchiare!) si è improvvisamente eclissato ad ogni sollecitazione
di qualunque SO, vuoi del DOS, vuoi del famigerato Winzozz. Ed è
inaccessibile perfino a FDISK! La casa costruttrice mi ha già annunciato
che se glie lo mando loro me lo cambiano, ma che senso ha? I miei dati
non me li restituisce nessuno, a parte le diverse ditte in odore di truffa
che si prestano a farlo a caro prezzo. Sapete che vi dico? Prrrrrrrrr.
Nessuno metterà le grinfie voraci sui miei dati privati. Probabilmente
i costruttori di HD lo sanno. Sanno che dentro i loro scrigni metallici
vengono conservate cose che, per chi ce le mette, sono molto più
preziose dei loro banali barattoli. Mai come ora mi rendo conto di quanto
sia imprudente conservare dati 'sensibili' (delizioso questo neoattributo
per parole, numeri e disegni elettronici, che serve a giustificare le password,
i firewall e gli antivirus) in contenitori di questo genere. Questi dati
dovrebbero essere così 'sensibili' da passare per l'hard disk molto
rapidamente e andarsi a rifugiare subito su un supporto di backup... Eh,
si fa presto a dirlo. Il più affidabile supporto di backup (tra
quelli a portata di pensionato) è il cd-rom, ma anche questo ha
i suoi punti deboli.
Ma se i cd-rom e gli hard disk, sempre più ricchi di bytes e sempre più minacciati da mostri provenienti dal gran mare di Internet, cominciano a rompersi come i floppy dove diavolo li mettiamo al sicuro i nostri dati? Confesso che sono stato così ingenuo da credere che la testimonianza della nostra civiltà si potesse tramandare su uno o più cd-rom. Ai commercianti, che già spadroneggiavano sul mondo nel secondo millennio, che glie ne frega? Che glie ne frega agli economisti e ai politici che predicano la spesa e lo sviluppo ad ogni costo? Per loro è meglio che tutto si rompa e che possa essere riacquistato al più presto possibile. Non così pensano i consumatori, sempre più poveri e vecchi, che non riescono più a difendersi, circondati da aggressori di ogni genere. Carneade, chi era costui? Don Abbondio non lo seppe mai. Come poteva, senza un motore di ricerca? Per me che ce l'ho succederà che magari trovo Achille, che però non è lui. Infatti il pié veloce Achille è quello che non raggiungerà mai la tartaruga, e ben gli sta, non quello che la ricevette in testa. La perdita di questo disco è paragonabile all'incendio della biblioteca alessandrina. Ma ora questo sontuoso inerte HD luccicante a chi lo tiro in testa? Vedete, nessuno lo sa (voglio dire nessun cittadino normale sano di mente, non dedito alle strampalate attività del 'terzo stato informatico' (1)), ma lui è composto da due parti distinte: quella elettronica e quella meccanica. Se questa non gira può darsi che sia colpa di quella. E difatti ho letto l'appello di un tizio colpito da una disgrazia uguale alla mia che diceva: sono disposto a pagare bene, ma datemi la parte elettronica di un disco come il mio. In quel newsgroup nessuno gli ha risposto. E i suoi dati, come i miei, rimarranno nascosti nel disco come i venti in un otre, pronti a fuggire sibilando e a scatenare tempeste quando verrà finalmente tolto il tappo fra diecimila anni. Michele alias il granchio concreto
mic.dang@tiscalinet.it
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