Il pensiero del granchio
(Dicembre 2001)
Rubrica di ciò che il granchio pensa nel suo buco-giardino.

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Parlo anch’io dell’attentato alle due torri e della guerra al terrorismo? Eh, non se ne può fare a meno.

Il luogo comune immediatamente sgorgato dal cuore dei cronisti e di donne e uomini della strada, dopo l’11 settembre di quest’anno, è che da quel giorno tutto improvvisamente è cambiato per l’umanità, niente può più tornare alla ‘normalità’ precedente. Come tutti i luoghi comuni, è un’affermazione apodittica assolutamente generica. Ognuno, dicendolo, pensa a una cosa diversa: la donna che ha perduto il marito nella strage allude alla propria vita e ai propri sentimenti, l’uomo politico indignato giura che ogni provvedimento sarà preso per evitare in avvenire il ripetersi di simili orrendi delitti, l’imprenditore che ha perso tutto il suo ufficio pensa che i soldi dell’assicurazione non gli basteranno, il fortunato impiegato scampato per poco alla morte perché, per qualche ragione, non era andato in ufficio pensa che sarà difficile trovare un nuovo lavoro e difficilmente potrà dimenticare i colleghi rimasti in quell’inferno.

Lo spettacolo di quel giorno, a cui moltissimi hanno potuto assistere in diretta televisiva o con pochi minuti di ritardo, è certamente indimenticabile ed ha, come si dice, superato la fantasia. Nessuno, nel nostro mondo, nella nostra civiltà, poteva concepire una simile mostruosità? Veramente quelle due torri, simbolo della potenza americana, erano già state bersaglio di terroristi e il fenomeno dei ‘kamikaze’ islamici non era nuovo. Molti di noi sono rimasti un po’ stupiti al pensiero che gli efficientissimi servizi segreti americani, capaci di controllare ogni mossa anche di comuni ignari cittadini, non siano arrivati in tempo per sventare la strage. Per fortuna Oriana Fallaci, di cui nessuno può dimenticare l’impegno civile e politico contro la dittatura dei colonnelli greci, ci ha ricordato che gli Stati Uniti sono sì i padroni del mondo ma sono anche la patria della libertà, della democrazia e della convivenza pacifica tra diverse etnie, e che nel rispetto delle libertà i terroristi hanno potuto trovare il punto debole da colpire. Tutto questo è arcinoto, ed ogni cittadino, nel mondo, ha manifestato in diversi modi la propria solidarietà al popolo americano. Inoltre si è formata un’alleanza difensiva planetaria senza precedenti contro il terrorismo, si è fatta una guerra contro i Talebani, con un obiettivo preciso non ancora raggiunto ma raggiungibile, con prezzi di vite umane altissimi, con conseguenze politiche non ancora ben valutabili.

Ma che cosa è veramente cambiato nel mondo? La causa di questa, come di tutte le stragi precedenti e successive, è una sola: la ferocia umana. E gli assassini, i violenti, gli arroganti sono in mezzo a noi. La religione è un forte movente, ma il denaro, il potere, lo sport, la rabbia e la stupidità in ogni luogo del mondo non sono da meno. Ci sono assassini isolati e assassini organizzati. Da tutti lo stato dovrebbe difendere i cittadini. Ed oggi che lo stato non può più bastare, i trattati internazionali, le nazioni unite avrebbero il dovere di organizzare regolari forze di repressione della delinquenza, tanto più che ancora ci sono molti stati che del rispetto dei diritti civili, cioè del diritto alla vita, alla libertà, al benessere, non sanno che farsene. Ma questi tipi di stati (e noi siamo sicuri di essere del tutto esenti dai loro difetti?), in un ipotetico mondo civile, dovrebbero essere trattati come tutte le organizzazioni criminali.

Alcuni cambiamenti ci sono stati. Siamo tutti in allarme e ci rifiutiamo di prendere l’aereo. Eppure, proprio dopo quell’attentato, oggi i controlli sono più rigorosi. Dovremmo sentirci più sicuri. Peccato che esistono altri problemi di sicurezza, come la manutenzione approssimativa e la mancanza di misure efficienti in caso di emergenza, ma questi problemi non hanno mai scoraggiato nessuno. Eppure pensateci un momento: che ci faccio io con un boccaglio per l’ossigeno e con un salvagente sotto il sedile, se sto per schiantarmi in terra o in mare? Non sarebbero più utili una vera maschera antigas, un paracadute e un dispositivo di espulsione che il personale di volo potesse azionare in casi estremi? Ma ormai tutti lo sanno: il risparmio e il lucro sono ben più importanti della sicurezza e della vita dei passeggeri. Non accuso le compagnie aeree, accuso i passeggeri che sono disposti a correre questi ed altri rischi pur di rincorrere i loro affari, mentre, a mio sciocco parere, nessuna attività dovrebbe essere intrapresa se non in completa sicurezza. Non amo gli sport che mettono a rischio la vita. E lo so che qualcuno potrebbe dire che ciò significa che non amo la vita. Beh, io vorrei una vita ‘spericolata’ in quello che dovrebbe essere il vero senso della parola: priva di pericoli! E, se proprio vogliamo essere più precisi, mi basterebbero i pericoli che vengono dalla natura, non essere costretto a guardarmi dai miei ‘fratelli’ umani. Ragazzi, avete sbagliato tutto. Smettiamola. Ricominciamo da capo. Riscriviamo pure la Costituzione (ma non sarebbe meglio scrivere quella globale?), ma sulla base di un principio indiscutibile: sicurezza e benessere per tutti. Sì, ho detto tutti, siete sordi?

Ma chi ha disegnato una specie di palla che sembra uno zero su certe monete? L’avete fatto apposta per confondere i vecchietti?


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