Il pensiero del granchio
(Luglio 2001) Rubrica di ciò che il granchio pensa nel suo buco-giardino. |
Negli ultimi giorni a Roma abbiamo visto festeggiamenti
incredibili per la conclusione del campionato di calcio. Sapevamo che la
passione 'sportiva' fosse in grado, più delle altre, di muovere le
masse, ma non addirittura di indurle ad occupare una città, una provincia,
una regione: me ne sono reso conto visitando qualche paese vicino. Certamente,
è stato un tipo di occupazione senza armi proprie, ma sicuramente
accompagnata da tipi di violenza non trascurabili: strombazzate e corse notturne
in ammorbanti cortei di macchine per almeno due settimane e allegri insulti
agli avversari. Gli scudetti, le caricature sui muri e sull'asfalto sono
criticabili solo riguardo al buon gusto estetico, perché bisogna osservare
che tutto è stato prodotto in modo da potere essere facilmente asportato
e senza interferire troppo con la normale segnaletica stradale. Ciò
che preoccupa è che un simile dispendio di energia non si sarebbe
visto per cause più serie. A Genova, a protestare contro il G8, ci
sarà solo una piccola minoranza di inguaribili idealisti non-violenti
misti ad altri illusi che non disdegnano lo scontro fisico e ad altri ancora
che ci vanno apposta per compiere gratuiti atti di teppismo. E quindi sono
pochissimi quelli che, avendo capito bene l'importanza di questo fenomeno
chiamato ipocritamente 'globalizzazione', sentono il bisogno di manifestare
il loro sdegno per un mondo fondato sulla prepotenza e lo sviluppo senza
nessun riguardo per i più deboli e per la natura. Quelli che lamentano
la perdita di valori dovrebbero riflettere anche sulla validità di
valori scaduti come lo sviluppo, il progresso: non hanno più una
validità intrinseca o, meglio, non l'hanno mai avuta. Può essere
valido qualcosa che rappresenta un bene valido per tutta l'umanità,
ma se la sua affermazione comporta che, prima di tutto, non ne gode se non
una minima parte della gente e, inoltre, genera l'intollerabile mondezzaio
che minaccia l'esistenza stessa di questo mondo, allora quel gran valore
diviene fortemente negativo e distruttivo. Le nuove generazioni dovrebbero
imparare a non apprezzare un progresso che non comporti uguaglianza nel suo
godimento e non sia in armonia con le leggi della natura. Se qualcuno getta
rifiuti in casa mia e imbratta i miei muri, io pretendo che mi risarcisca
in modo che i rifiuti possano essere rimossi e la mia casa ripulita e riparata.
Ma qui ci troviamo di fronte a un tipo di teppismo che, governando il mondo,
lo ha insozzato e danneggiato nella maniera che tutti sanno e si rifiuta
non solo di riparare, ma perfino di interrompere la sua opera di
distruzione!
mic.dang@tiscalinet.it mic.dang@libero.it
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