Il pensiero del granchio
(Gennaio 2001)
Rubrica di ciò che il granchio pensa nel suo buco-giardino.
rondini artificiali

Italiano.........Inglese.........Francese

L'editoriale del Granchio non era ancora pronto e qualcuno mi suggeriva di soprassedere per questo mese. Non sono d'accordo. Per me questa pagina è la mia Mecca, il mio Muro del Pianto, la mia Roma, la mia Padania, il mio Giubileo, il mio Profìtis Ilìas (così spesso si chiama la cima più alta di un'isola greca). Dico questo per cercare di comunicare proprio a tutti quanto sia importante per me. Insomma è il mio buco e solo qui posso sfogarmi liberamente, più o meno come lo schiavo che dovette gridare in una buca, che poi ricoprì di terra, la sua verità: il re Mida ha le orecchie d'asino! E quando crebbero le canne su quella terra, il vento, facendole vibrare, gridò al mondo la verità. E' vero, mi sfogo anche in altre maniere: per esempio mandando i miei giudizi appassionati  e talvolta le mie rampogne a qualche amico via e-mail. Qualcuno pensa che io esageri con questi tipi di sfogo. Ma non credo di avere mai superato i limiti della decenza, anche se le esperienze di vita quotidiana mi indurrebbero ad imprecare. Per esempio, proprio oggi, in un giardino pubblico della Garbatella, dove l'amministrazione ha lodevolmente ricavato uno spazio riservato ai cani - spazio che io mi guardo bene dal frequentare non pensando neppure lontanamente di avere mai un cane da seviziare - ho pestato involontariamente un escremento di questa specie. Io ero tranquillo: sapevo che il giardino è frequentato da molti bambini ed ero riuscito ad evitare almeno altri venti escrementi sul marciapiede! E invece proprio nel giardino, nel mezzo di un vialetto ricoperto di ghiaia l'infame deiezione canina era in agguato. In altri tempi e in altri luoghi, in campagna per esempio, non mi sarei tanto arrabbiato. Avrei preso la cosa con allegria, accettando la superstizione popolare che considera fortunato un simile evento. Ma con l'attuale densità di feci canine sui marciapiedi, oggi  l'evento non si può considerare una fortuna. Chi vuole può raccogliere cacca di cane a palate. Se sorprendi qualche seviziatore di cani (cioè qualche loro padrone) mentre lascia che la sua vittima defechi sul marciapiede, vedi che l'uomo non ha nessuna attrezzo per fare pulizia e lo guardi con severità, ti ricambia l'occhiata con spavalderia. Non ha nessuna vergogna. Forse non è cosciente di commettere un crimine. D'altronde forse non era cosciente neppure quando ha deciso di prendere prigioniera una povera bestia per costringerla a vivere nei pochi metri quadrati del suo appartamento, dove la lascia sola per molte ore, forse non sa neppure che il povero cane guaisce ed ulula per l'abbandono sia pure temporaneo. Quando se ne va in vacanza o è costretto ad assentarsi per qualche giorno, lascia ad un amico o a un vicino o ad uno che lo fa di mestiere l'incarico di portare il cane fuori due volte al giorno. Ma quanto costa tutto questo? Quanto tempo e denaro sprecato, quando non dannoso! Se non fosse così incosciente chi decide di allevare un cane di media taglia dovrebbe preventivare una spesa di almeno 300.000 lire al mese per il vitto, le attrezzature, le profilassi sanitarie, e sapere che per tutta la vita della bestia dovrà riservargli almeno due ore al giorno senza nessun giorno di intervallo e una o due volte al giorno dovrà raccoglierne lo sterco. Chissà se con questa prospettiva futura, avendo quella capacità attribuita alla specie umana di prefigurarsi gli eventi futuri, il futuro padrone di cane persisterebbe nella sua decisione? Come fa uno che guadagna non più di 2 milioni al mese ad accollarsi queste spese o ad assoldare mercenari? Come per le altre cose, solo i ricchi possono permettersi il lusso di allevare un cane, ma io vorrei che lo facessero lontano dalla comunità civile. Vorrei che la povera gente potesse godersi senza disturbi almeno quel poco che l'amministrazione pubblica concede, spesso in seguito a lotte, insistenze e sollecitazioni dei cittadini. Vorrei che i vecchietti seduti sulle panchine  o i bambini che giocano con la ghiaia non dovessero ascoltare i patetici urli di chi vuole costringere un povero cane all'obbedienza.

Come se non bastasse, qualche bambino, con la complicità dei genitori, continua a fare esplodere qualche petardo di capodanno. E poi, per le viuzze tranquille del quartiere, all'improvviso può arrivare, correndo all'impazzata, una macchina o un motorino, che ti spaventa col rumore, rischia di investirti e lascia una scia di fetore irrespirabile. Nei locali pubblici tutti ti fumano in faccia senza ritegno, non ostante il divieto.

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© 2000 Emanuele & Michele