Il pensiero del granchio
(Maggio 2000)
Rubrica di ciò che il granchio pensa nel suo buco-giardino.
rondini artificiali

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Le elezioni regionali sono state davvero un terremoto o una rivoluzione? I numeri non confermano questa prima impressione: il polo del centrodestra risulta solo leggermente superiore di numero a quello del centrosinistra. Non era una novità. In passato le motivazioni che orientavano l'elettorato nelle elezioni amministrative erano diverse da quelle che lo muovevano nelle politiche. Oggi, dopo la riforma, le elezioni regionali sono più politiche che amministrative. In seguito, se la destra avrà modo di attuare il suo piano di 'devoluzione', il significato politico delle regionali sarà ancora più accentuato. Oggi anche i 'governatori' delle regioni, come i sindaci, vengono eletti direttamente dai cittadini. Io sto dalla parte delle idee non incarnate in una persona. Sono rimasto l'ultimo? Il pluralismo, con l'attuale tendenza ad un sistema elettorale di tipo maggioritario, non è più molto considerato: si va trasformando in un semplice dualismo, anche con il paradosso della proliferazione dei partiti. Io sono uno che, finché è possibile, non voterà mai per una persona. Il divismo è già abbastanza odioso in altri campi, ma in politica è ridicolo e inopportuno. E sono uno che dovrà accettare l'inevitabile contrapposizione tra due blocchi, ma vorrei che lo scontro avvenisse, per esempio, tra la privatizzazione e il mantenimento di servizi pubblici inalienabili, non tra la privatizzazione incondizionata e quella più o meno controllata; tra il liberismo economico e un severo dirigismo dell'economia; tra l'aristocrazia più o meno meritocratica e il rispetto del diritto ad una vita dignitosa per ogni cittadino; tra l'uso privato della tecnologia e l'estensione dei benefici tecnologici a tutta la popolazione; tra lo sfruttamento indiscriminato delle risorse ambientali e il rispetto dell'ambiente come bene comune; tra la prepotenza degli spavaldi che si gloriano dei privilegi conquistati e vogliono conservarli ad ogni costo e il tranquillo esercizio dei diritti vitali da parte di ogni cittadino. Tutto questo mi piacerebbe, ma in questo caso il mio blocco sarebbe composto da me e da altri quattro individui e quindi non avrebbe alcuna possibilità di vittoria elettorale. Per avere qualche possibilità di alternanza oggi si mettono nello stesso blocco tendenze e interessi di ceti diversi. In tal modo diventa necessario sacrificare almeno in parte la coerenza e la fedeltà ad un programma rispondente ad esigenze precise. Si deve essere per forza machiavellici, trasformisti. Si deve far credere ad elettori di tendenze opposte che solo mandando noi al potere i loro interessi potranno essere soddisfatti. E' chiaro ormai. Chi non usa questi metodi 'imprenditoriali' e non è capace di indirizzare opportunamente l'opinione pubblica non può sperare di ottenere un successo concreto. Si è lasciato che la politica diventasse un business. Ora tocca agli elettori non lasciarsi ingannare. Non mi piacerebbe però che, come è successo in America, le differenze tra i due blocchi fossero talmente sfumate da trovare codini e conservatori anche nel partito democratico. A me piacerebbe che il mondo avesse un tale ordinamento che, quando ci si accorge di avere commesso un errore grave, come l'attuale situazione ambientale disastrosa, fosse possibile correggerlo con una decisione unica, saggia e inequivocabile. Mi piacerebbe, per esempio, che fosse possibile radere al suolo tutte le case costruite intorno al Vesuvio e trasferire immediatamente la popolazione in altre località più sicure; che l'aeroporto di Malpensa fosse subito smantellato e che il traffico aereo di tutto il mondo fosse progressivamente ridotto a livelli non dannosi; che gli eccidi, le stragi, gli abbandoni di esseri umani in situazioni di degrado economico e sociale fossero fermati ugualmente in tutte le regioni del mondo; che i fondamenti dell'economia fossero rigenerati per diventare compatibili con la diginità e il diritto ad una vita di buona qualità per tutti gli esseri viventi.

Linea-penna


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© 2000 Emanuele & Michele