Lettere di un 'passerofilo'
(Autunno 2007) |
8 luglio 2007
Alle ore 17 circa, Mariolina mi informava che la gabbia del mio passerotto era aperta e che il passero era scomparso, presumibilmente volato via perché anche la finestra era aperta. L'ho cercato dappertutto, a casa, in giardino, niente. Rassegnato, dopo mezz'ora, ho rinunciato a cercarlo. Verso le 18 Mariolina mi informava di averlo visto sul limone. Era vero, come pure è vero che reiterati tentativi di cattura a 4 metri di altezza sono risultati infruttuosi. Anzi dopo 2 ore circa se ne è volato nel giardino del vicino. Verso le 21, dopo una ulteriore ricerca da sopra il muro di cinta, ho rinunciato definitivamente alla possibilità di recupero. Però, tornato a casa, speranzoso in un suo ritorno, ho pensato di attrezzare la gabbia con cibo ed acqua e di appenderla fuori della finestra con lo sportello aperto. Mentre legavo la gabbia alla persiana, improvvisamente lui è tornato, ma, avendo fallito l'atterraggio sulla finestra, se ne è tornato sul limone. L'ho chiamato con il solito cinguettio che gli ho ripetuto infinite volte nei circa due mesi di allevamento, e lui è tornato ‘toppando’ ancora una volta la finestra e ritornando quindi sul limone. Mentre cercavo di individuarlo tra i rami, ho visto la mia gatta, quella che ho allevato ed educato e che ho chiamato Maia, che, gatton gattoni, si inerpicava sui rami del limone per catturare il passero. A questo punto ho gridato perentoriamente: “Maia, NO! Maia Giù!”. E mentre la gatta, che mi è molto affezionata, ubbidendo all'ordine, scendeva dall'albero, il passero, al suo terzo tentativo di rientro, imbroccava la finestra dove mi trovavo posandosi a fianco a me. Ora è in gabbia al sicuro. Ma è simpatico perché, quando gli preparo la pappa, io lascio la gabbia aperta e lui si affaccia dallo sportello, controlla il cibo nel piattino che sto allestendo, scende, si prende un pezzetto di pappa, torna nella gabbia, lo mangia e poi ripete l'operazione. Talvolta non riesce a centrare l'entrata e allora si fa una volatina per la stanza e poi ritorna. Questa storia ho voluta raccontartela perché il felice epilogo mi ha riempito di gioia. Ciao Gianni 10/07/2007 Il passero l'ho catturato 2 mesi fa. Era caduto dal nido e stava per finire in bocca ad ATTIS, l'altra gatta madre di 2 micini: Mariolina ha assistito alla scena, mi ha chiamato e... sono arrivato appena in tempo. Era un batuffoletto di pium morbidissime. L'ho fotografato. Per due giorni ho dovuto imboccarlo aprendogli il becco con uno stuzzicadenti; al terzo giorno il becco lo apriva lui quando "cinguettando" gli porgevo carne tritata e frutta. Viveva in una scatola delle scarpe sulla quale avevo messo della rete di nailon. Dopo 2 settimane circa, ha cominciato a fare qualche tentativo di volo, e allora l'ho messo libero nel bagno bianco su una pianta di ligustro(?) alta un metro e con alcuni rami. Viveva esclusivamente sulla pianta senza mai abbandonarla facendo piccoli voli da un ramo all'altro. L'imbeccaggio avveniva sempre con il vecchio sistema solo che ora lui volava sul ramo più vicino alla porta del bagno- dalla quale naturalmente entravo - per mangiare quanto gli porgevo con un dito. Poi, per non essere schiavo del passero che comunque dovevo portarmelo appresso ogni volta che venivo a dormire a Roma, ho assicurato all'incrocio di un ramo il coperchio di un barattolo di vetro nel quale ho iniziato a lasciare la pappa. In breve tempo ha imparato a mangiare da solo. La stessa cosa ho fatto con l'acqua. Passate altre 2 settimane l'ho messo in gabbia - anche per riprendere possesso del bagno - trasferendo all'interno della stessa i due recipienti per il cibo e per l'acqua. Poi, e qui viene il bello...il seguito alla prossima volta. Mariolina mi chiama per la cena. Ciao Gianni. 11/07/2007 Anche oggi in attesa della cena, continuo la storia del mio passero. Due volte al giorno lo portavo in giardino e lo lasciavo libero di scorrazzare, volicchiare, beccare nel terreno senza però mai perderlo di vista perché si confonde perfettamente con il terreno. Tenevo d'occhio anche i dintorni per paura dei gatti. Quando ha cominciato a volare più alto e a correre più velocemente quando tentavo di recuperarlo (una volta ha corso e volato così velocemente che per rintracciarlo sotto un cespuglio dove si era rifugiato ho perso 10 minuti ed ho temuto per la sua vita) l'ho messo definitivamente in gabbia. I nostri rapporti non sono mutati: quando gli "cinguetto" alza le piume della testa - credo che sia adulto ormai- e vola dalla mia parte per poi saltare da un piolo all'altro della gabbia. Gradisce ancora essere imbeccato e lo si vede quando, pur avendo il piatto pieno, gradisce mangiare il cibo che gli porgo con un dito. Quando gli preparo la pappa a base di carne cruda, frutta, insalata, mollichine di biscotti, tuorlo di uovo sodo - chiaramente in alternanza - lascio lo sportello della gabbia aperto. Lui si affaccia sull'uscio, controlla le cose che taglio sul tagliere, salta sul tavolo e comincia a mangiare il cibo posto nella ciotolina o sul tagliere. Rientra in gabbia con il cibo nel becco, riesce dalla gabbia, e talvolta si fa un voletto per la stanza posandosi dove capita: per lo più sulla gabbia dove comincia a beccare uno spago legato sopra di essa, trasportandolo velocemente a destra e a sinistra e beccandolo ripetutamente. Adesso lo sportello è assicurato con un filo di ferro sottile perché la gabbia è vecchia e la chiusura dello sportello non è molto affidabile. Se non ci fossero i gatti sempre in agguato lo lascerei libero di volare sugli alberi perché sono convinto che tornerebbe per mangiare, anche se, con il tempo, ritengo che diventerebbe del tutto autonomo e finirebbe per ignorarmi. I gatti sono abilissimi ad arrampicarsi sugli alberi (sembrano scimmie) tant'è che per sollecitare la pappa usano l'arancio come scala per raggiungere la terrazza. I gatti adulti sono 3: Maia, abbreviazione di Maialina perché da piccola era più larga che lunga ; Attis che già conosci e Gari, abbreviazione di Garibaldi, gatto intrepido e sempre in testa ed unico maschio. Le gatte adesso sono state sterilizzate. Maia più anziana, un po’ scontrosa ma affezionatissima (mi segue ovunque). Attis, che inizialmente chiamavo Canti per la sua provenienza dal vicino cantiere edile (è venuta da noi ancora piccolina ad agosto 2006 quando il cantiere era chiuso per ferie), ed era molto furastica, ora è un pezzo di pane anche se litiga sempre con Maia. Prima della sterilizzazione ha avuto 4 figli. Due sono morti, gli altri due sono uno nero col pelo lungo, l'altro nero con striature marroncine chiare. Il primo lo chiamo Berti perché il muso così striato richiama quello di una bertuccia. Anche se fratelli, NERONE è tranquillissimo, mentre Berti, che è femmina, è paurosa ed aggressiva. OK, adesso ti saluto ché è ora di cena. A risentirci Gianni 12/07/2007 Caro Michele, al momento ho solo una foto del passerotto di quando era un batuffolo di leggerissime piume, scattata il giorno successivo alla cattura. Quel giorno il passerotto pesava 11 grammi. Ora ha i connotati dell'adulto: molto allungato e magro, coda lunga e becco grande ma non mi è possibile fotografarlo perché al momento la mia macchina fotografica è in vacanza con le nipotine. Continua ad essere molto vispo. Oggi, avendo avuto un po’ di tempo a disposizione, ho aperto la gabbia e mentre tagliavo a pezzettini una ciliegia - è il suo frutto preferito in assoluto - è sceso sul tagliere e ha cominciato a mangiarla ignorando la carne tritata. Poi è volato sulla gabbia per poi involarsi verso la finestra, che è provvista di zanzariera. Si è posato sull'anta sinistra della porta-finestra e lì è rimasto un bel po’ mangiando non so che che raccoglieva là sopra. Poi è volato sull'altra anta ripetendo la stessa scena. Intanto io mi leggevo il giornale. Finita la lettura ho cominciato a chiamarlo per farlo scendere, ma inutilmente. Allora ho preso un tovagliolo bianco al centro del quale ho posto la sua ciotola con carne, ciliegia e insalata. Poi ho comuncito a tamburellare vicino alla ciotola "cinguettando". Dopo un po’ di tentativi da parte mia, si è deciso a scendere posandosi sulla spalliera della sedia a lato del tavolo. Poi è volato sul bordo della ciotola, ha mangiato ancora un po’ di ciliegia ed è volato prima sulla gabbia e poi sulla spalliera di un'altra sedia. L'ho lasciato ancora libero richiamandolo di tanto in tanto. Alla fine l'ho fatto salire sul mio dito, l'ho messo in direzione dell'ingresso della gabbia e lui è volato dentro. A questo punto ho chiuso lo sportello ed eccomi qua al computer. Non ti tedio oltre. Ciao Gianni. PS Ho viste la foto che hai mandato: è molto chiara e l'uccello bianco si vede chiarissimo. 14/07/2007 OK. Mikè, in meno di 3 secondi ho visualizzato l'articolo sui passeri italiani e dopo averlo letto ho aperto il file che mi hai mandato dal contenuto analogo, sia pure riassunto. Poco fa, invece, Gaspare mi ha chiamato per farmi vedere la gatta Attis che cercava di catturare lungo il vialetto un serpentello, un po’ cicciotto, di colore verdastro. Io non sono riuscito a vederlo bene perché nel frattempo il serpente è riuscito a salire il gradone antistante la casa ed inerpicarsi sulla siepe di pitosforo. Attis l’ha seguito immediatamente. Si è arrampicata velocente, ha cercato sui rami spostandosi da destra a sinistra senza successo. Dopo un po’ l'ho chiamata e lei ha desistito dall'ormai inutile caccia. Era forse una biscia? Speriamo che non fosse una vipera! Ho saputo che alcuni giorni fa ad Ostia un ragazzo è stato morso da una vipera nel giardino di casa. Ciao Gianni. 12/08/2006 Pensavo fossero tutti uguali. Così non è. Tre giorni fa ho deciso di liberare il passero che ben conosci e così, aperta la gabbia posta sul davanzale della finestra, ho atteso pazientemente che l'ospite prendesse il volo. Dopo un po’ si è deciso ma, anziché volare sul limone, è volato sul kaki. Ora, si dà il caso che, a seguito di una robusta potatura effettuata a suo tempo, i rami siano verticali per cui il passero dopo un po’ è - così mi è sembrato - sceso dall'albero. Nel frattempo Nerone, Berta e Attis si erano portati sotto l'albero. Puoi capire la mia apprensione! Di corsa mi sono precipitato in giardino ma, appena sono arrivato giù, ho visto Nerone con qualcosa in bocca. Erano piume quelle che uscivano dalla sua bocca. Col cuore in gola l'ho inseguito fino a che non l'ho raggiunto e catturato. A viva forza, quasi piangendo, gli ho aperto la bocca recuperando quello che ormai era (sembrava) un cadavere. Quando l'ho visto esanime ho anche visto che non era il mio passero che nel frattempo aveva raggiunto il limone e, forse, se la spassava gustandosi la scena da lassù.A questo punto ho cercato di rianimare il passero morto facendogli la respirazione bocca a bocca (soffiando forte dentro il becco socchiuso). Dopo alcuni tentativi il passero ha cominciato a dare segni di vita per cui l'ho portato a casa, gli ha inserito nel becco una goccia di acqua, gli ho bagnato la testa e l'ho adagiato sul fondo della gabbia. Ho notato che stava riprendendosi tanto che dopo un po’ è riuscito a girarsi sulla pancia accovacciandosi. Dopo questo evento, pentito di aver rilasciato il mio amico passero, ne ho tentato il recupero richiamandolo continuamente con il solito "cinguettio". Dopo oltre un'ora di tentativi si è deciso a rientrare. Ora è in gabbia (lo lascio libero solo dentro casa) ma non ha accettato la presenza dell'altro passero contro il quale si catapulta a becco aperto e a cresta eretta. Sono stato costretto a tenerli separati su due gabbie. Ora il nuovo venuto sta bene ma tiene l'ala sinistra abbassata. Forse risente di una contusione subita durante la cattura da parte di Nerone: Il nuovo non gradisce molto la gabbia per cui oggi ho tentato di liberarlo. Ne ho saggiato il volo e con grande meraviglia ho notato che vola rasoterra e per brevissimi tratti. Più che volare, corre. Non l'ho liberato, sarebbe subito preda dei gatti. Ci riproverò più in là. Intanto ho scoperto che è molto differente dal mio. Il mio ha il becco fine e lungo; lui, l'ultimo arrivato, ha il becco corto e tozzo e robustissimo (la beccata fa alquanto male). Il corpo del primo è molto affusolato, mentre l'altro è tozzo; il collo del mio è sottile, il suo è taurino; la ali del mio sono ben aderenti al corpo, lui le ha squadrate tanto che quando sta eretto con il collo teso sembra l'immagine dell'aquila littoria di buona memoria ma che tu non puoi ricordare, credo. Il mio è grigio marrone tanto che Eugenio lo chiama CATRAMINO. L'altro è marroncino con striature giallognole sui bordi interni delle ali. Con queste informazioni al momento finisce la storia. Se ci saranno sviluppi ti informerò. Intanto sono due: CATRAMINO e AQUILA. Ciao Gianni 14/08/2007 Ieri Nerone è entrato in casa di soppiatto e immediatamente ha individuato le gabbie con gli uccelli. Credo che abbia tentato la cattura. Me ne sono accorto quando ho trovato il nuovo infilato dentro la mangiatoia. Cacciato il gatto, ho tentato di farlo uscire, ma non ci sono riuscito tanto era incastrato. Ho dovuto staccare la mangiatoia dalla gabbia, smontarla ed estrarlo a fatica . La mangiatoia ha le seguenti dimensioni: h cm 3.5 utili; prof. 3,8; largh. 7. Vuoi vedere che il passero appartiene alla famiglia dei contorsionisti? Catramino, invece era tranquillo e stava appollaiato sul bastoncino dalla parte opposta rispetto al gatto. Nella precedente descrizione del recupero di Catramino è successo un fatto curioso con la signora dirimpettaia che però ti racconterò la prossima volta. Ora vado a pranzare. Ciao Gianni 21/08/2007 Ho chiamato Catramino il "mio" per distinguerlo dall'altro. Ho controllato il sito che mi hai indicato. Credo che Aquila sia una passera italiana. L'aspetto è quello. Solo, il colore è marrone e non rossastro come nella fotografia. Poi, contrariamente al mio, cinguetta sovente. Ormai è una settimana buona che è con me. Vorrei farla andare via ma ancora vola rasoterra con voli brevi. Mentre ti sto inviando questo messaggio, cinguetta dalla gabbia posta sulla finestra accanto a me. E' sempre molto forastica. Quando pulisco la gabbia impazzisce per la paura e a malapena tollera la mia presenza quando mi avvicino. Catramino, invece, come mi vede, vola da una parte all'altra della gabbia aspettandosi qualcosa da mangiare. Oggi ho catturato 7 mosche e non ti dico con quale velocità me le toglieva dalle mani per mangiarsele. Non solo. Ogni volta che gli portavo una mosca mi accoglieva con un cinguettio un po' più veloce del normale. Sembrava che capisse l'evento. Cominciava a volare velocissimamente nella gabbia guardandomi e come avvicinavo la mano con la preda repentinamente l'afferrava e in men che non si dica se l'ingozzava. Ormai tra di noi c'è un filing eccezionale tanto che quando gli pulisco la gabbia è sempre pronto a mangiare anticipatamente parti del cibo che gli vado preparando. Per il momento ti saluto e lascio la penna a Mariolina che deve dirti qualcosa. Ciao Gianni. 06/09/2007 ore 10.53 Questa mattina, un'ora fa circa, ho restituito con sofferenza la libertà ad Aquila. L'ala è ormai guarita ed ha ripreso a volare abbastanza bene. Al momento del salvataggio non riusciva a volare ma durante questa lunga convalescenza si è ben ripreso . L'ho lanciato tra i cipressi e subito si e ambientato. Credo che la sua provenienza fosse proprio questa. Ho appeso comunque la gabbia dove ha vissuto in cattività all'esterno nel caso sentisse la necessità di ritornarci per mangiare. Ho deciso per la libertà perché ormai cominciava a dare segni di addomesticamento, cosa che ho voluto evitare nel suo interesse. Catramino. infatti, che spesso vola libero per la casa, ormai si è addomesticato e mi segue, sempre in casa, ovunque vada e questo mi preoccupa per cui ho grosse difficoltà a lasciarlo libero perché non vorrei che, vedendomi in giardino, si posasse vicino a me diventando facile preda dei 5 gatti ormai padroni del territorio. A risentirci Gianni 06/09/2007 ore 17.47 E’ finita male. Solo 6 ore è durata la libertà! Quel maledetto di Nerone l'ha catturato e ucciso. Mariolina lo ha tolto dalla sua bocca poco dopo che sono uscito con la macchina. Probabilmente Aquila mi ha visto presso il cancello mentre pulivo i vetri della macchina e imprudentemente è sceso a terra e Nerone lo ha arraffato. Io non ho visto né sentito niente. Ritengo che le cose siano andate così perché Aquila durante la mattina talvolta rispondeva con un cinguettio ai miei richiami e una volta l'ho visto seguirmi sui cipressi arizonica mentre mi dirigevo alla cassetta della posta. Poi non l'ho più visto né sentito. Avevo appeso fuori la gabbia aperta con il mangime e l'acqua perché ero sicuro che in caso di bisogno Aquila, ormai abbastanza addomesticato, come ti ho detto, sarebbe tornato alla gabbia. Così non è stato. Sono profondamente amareggiato . Mi ero affezionato anche a lui vedendo i lenti progressi nel volo e nell'accettazione della mia presenza. Questa amara esperienza mi costringerà a proteggere ancora di più Catramino che ormai, spesso libero in casa, mi segue ovunque senza però posarsi mai su di me. Sarebbe un'ulteriore occasione per il maledetto gattaccio e un ulteriore dolore per me. Ciao Gianni 12/09/2007 Ormai mi sono rassegnato . Stai tranquillo, non ho aggredito Nerone che continua a fare la vita come sempre. E' un gatto docile, fiducioso, non aggressivo, anche se..... è sempre un gatto. Catramino invece diventa sempre più domestico. La mattina, quando lo accudisco, lo lascio libero per casa. Si fa bei voletti, veloci e al rallentatore tanto da sembrare un colibrì. Mi segue ovunque e si interessa a qualsiasi cosa io faccia.Di pipistrelli e gechi sono " allevatore.". I pipistrelli, in buon numero, dimorano sul retro delle grondaie, mentre i gechi vivono ovunque. Ambedue sono rispettati e lasciati in pace, anche se talvolta devo intervenire nella bocca di Nerone e Attis per recuperarli. Ti saluto. Gianni |