Sono stato zitto per qualche anno. Che potevo dire? Lo sfacelo è totale. E’ vecchia di qualche mese la notizia
che il nostro debito pubblico ha superato i 2.000 miliardi pari a 33.000 euro pro capite. Poi si è scoperto che
lo “spread” (parola mai usata prima dai divulgatori di economia, ma oggi ormai conosciuta e capita da tutti gli
assidui spettatori dei talk-show televisivi) si alza e si abbassa secondo gli umori del “mercato”,
mentre il debito pubblico cresce.
Il debito, che con l’ultimo governo Prodi era diminuito, è cresciuto a dismisura, di pari passo con la disoccupazione,
prima con Berlusconi e poi con Monti. In particolare con il governo Monti molti parametri economici sono peggiorati,
eppure molti parlamentari e governanti europei hanno avuto parole di apprezzamento per Monti il quale, insieme ai
suoi ministri affermava che la situazione italiana era molto migliorata.
Il governo Letta delle “grandi intese” è stato, fino ad ora, sopraffatto da problemi che non hanno nulla a che fare
con le urgenze del nostro paese. Ora siamo vicini alla fine dell’anno 2013. L’IVA, che fino al primo ottobre era
al 21%, ora è al 22%. Non sappiamo se dovremo pagare la seconda rata dell’IMU per la prima casa né se dovremo pagare
la prima rata che, fino ad ora, non abbiamo pagato.
Il PDL, che ora, guarda un po’, si chiama di nuovo Forza Italia, ha sfiorato la scissione intorno alla questione
della decadenza di Berlusconi dalla carica di senatore. Ora si ricompatta intorno al segretario Alfano e pare
che si libererà di tutti i cosiddetti falchi. Eppure nessuno osa dichiarare di non essere più berlusconiano.
Ora almeno le colombe si chiamano “diversamente berlusconiane”.
Intanto i lavoratori continuano ad essere licenziati o a morire sui luoghi di lavoro. I poveri continuano a soffrire
la fame e la mancanza di cure. L’inquinamento di Taranto continua a generare gravi malattie ai suoi abitanti mentre
il governo pensa di convertire gli altiforni dell’ILVA dall’uso del carbone a quello del metano, speriamo presto.
Per l’inquinamento del Sacco e di tutte le terre minacciate dalle discariche della Campania, del Lazio e un po’ di
tutta l’Italia, quello che si pensa è volatile e senza apparente conclusione. Gli Stati Uniti sembrano sul punto di
fallire! I profughi di tutte le guerre muoiono
nei deserti e nel mar mediterraneo. E noi tutti, a cominciare dal Papa Francesco e dalle alte cariche dello stato,
ci vergogniamo perché nel nostro secolo e nel nostro mondo non siamo capaci di evitare queste stragi.
Da domani non se ne parlerà più. Poi altra gente morirà in situazioni terribili e noi riprenderemo a vergognarci.
Qualcuno però non si vergogna.
Non mi pare giusto che l’umanità debba continuare a stentare, sotto la guida dei suoi dirigenti più o meno
autoritari e, spesso, sbandieratori di una democrazia irreale.
Quando, tra gli anni ’50 e ’60, partecipavo alle manifestazioni per il federalismo europeo, sognavo un’Europa unita
come prima tappa verso un’unione mondiale. Questa Europa ancora non esiste, non so più se esisterà mai. Non parliamo
dell’unione mondiale.
Ho visto un sito web che permette di leggere le costituzioni di tutti (o molti) paesi del mondo, tutte piene, più
o meno, di buone intenzioni. Ma questi paesi sono spesso in guerra tra loro, costringono le loro popolazioni a
emigrare per cercare libertà e pace - beni irrinunciabili e illusori. E permettono l’esistenza di predoni e pirati
che sfruttano gli emigranti e li conducono verso la morte o una vita spesso peggiore di quella che lasciano.
Non mi pare giusto continuare così. Da molti anni le organizzazioni non governative cercano rimedi per i gravi
problemi dell’umanità, e anche quelle governative apparentemente si danno molto da fare senza nessun risultato.
Purtroppo altre organizzazioni legate a interessi economici privati o al malaffare si oppongono con forza al
cambiamento della situazione conflittuale mondiale.
Come se ne esce?
Non si dovrebbe permettere l’esistenza di predoni e pirati. Si fa confusione. Talvolta si chiamano pirati quelli che
hanno solo voglia di pace e libertà. Talvolta si chiama libertà l’arbitrio e la voglia di strapotere. I partiti,
invece che associazioni libere di cittadini, sono spesso simili a eserciti o squadre di calcio.
E’ difficile convincere la gente che conviene vivere in pace. Da molti secoli qualcuno ci prova e non ci riesce.
Qualche volta muore nel tentativo. Qualche volta invecchia e alla fine rinuncia.
|