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Date: Wed, 13 Nov 2002 17:03:39 GMT
IL VENTO PIANGE
Fu una stagione breve:
pace tra il vento e la valle di lacrime.
Il vento tra gli steli immobili
sognava gli angeli
nei ritagli di cielo tra le foglie,
e voci dai terrazzi colmi
di grembiuli ad asciugare.
E il futuro da cogliere spiga a spiga.
Da battere foglio dopo foglio,
come una musica a quattro mani
sulla macchina da scrivere,
bella come il motivo dei Magnifici Sette.
Ma fu una stagione breve.
Gli angeli divennero galli di latta
sulle punte dei campanili.
Di tutte le voci,
l'esasperante campana del tempo che passa
non abbastanza veloce
perché sia vicino il morire.
Domani voglio spogliare i ciliegi
anche se è solo agosto.
Le vostre case si toglieranno il cappello
quando mi vedranno passare.
Gli riempirò le tasche con resti di bivacco.
Condurrò greggi di temporali
a pascolare le radici delle città.
Attorciglierò i campanili
come candele da torta.
Strapperò gli scalatori dalle pareti
con queste unghie di ghiaccio.
La marcia funebre uscirà dalla pineta.
Curerò la regìa della farsa,
perché mi avete fatto fare il giullare.
Adesso conosco la strada dell'inferno
e vi ci voglio, a fare le comparse.
Laggiù incontrerò il tuo cuore
e me ne farò una trottola.
Tu leggi vicino alla finestra.
Le gocce accarezzano i vetri.
Nella tua sapienza di sempre non senti che piango.
Ma se gli alberi stormiscono
per creare l'atmosfera ai tuoi nuovi sogni,
sono ancora io quel vento.
Rosa Pia Bonomi (di parecchi anni fa!)
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Date: Fri, 15 Nov 2002 23:51:07 GMT
GENESI
Da tempo, amore, non mi sentivo così morire,
vivendo, come in queste sere d'inverno,
con l'anima tua forse vicina ma impossibile
da raggiungere, nello spazio sidereo del mio dolore.
E così, per vedere più piccola la mia tristezza,
ho pensato al dolore umano di tutti i tempi,
fino al dolore dei primi giorni dell'uomo.
Montagne, praterie, fiumi, oceani di dolore,
spazi, millenni luce di dolore umano.
Ho pensato alla nascita dell'uomo e della sua pena
in un luogo bello come nessun altro sulla terra,
dove i fiumi tiepidi accarezzavano le radici delle palme,
e uccelli colorati piegavano rami di fiori,
e le scimmie si cullavano su vertiginose altalene
cogliendo in volo grappoli colmi di sole.
Si svegliò il giovane Adamo e scese dall'albero.
I fiumi del sud specchiavano il mattino chiaro.
Eppure il giovane Adamo sentiva una tempesta,
non forse nel cielo, vicina, come l'affanno dopo una corsa,
e si batté con la mano il petto villoso, gemendo.
Poi tuffò il capo nell'erba piena di rugiada,
e quando si risollevò vide, attraverso le gocce,
il sole, moltiplicato, nuovo, tra fasci di raggi,
e gridò forte, perché voleva dire: "E' bello!"
E allora fu uomo, irrimediabilmente.
Rosa Pia Bonomi
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Date: Wed, 9 May 2007 00:06:42 +0200
INCESTI NEL POLLAIO
Disse un giorno una pollastra:
"Ora vo a farmi una lastra,
non sto ben, la tosse insiste,
son depressa, sono triste... "
Lì vicino, una gallina
più attempata, sua cugina,
se ne stava pensierosa
ed alfin disse una cosa:
"Io ritengo, senza fallo,
che frequenti troppo il gallo.
E' un po' presto a quest'età!
Su, rimanda a un po' più in là!"
"Ma io son senza famiglia
e non c'è chi mi consiglia:
la mia mamma è andata, arrosto,
sulla mensa del prevosto... "
"Ed invece il tuo papà?"
"Lui è il gallo: eccolo là!"
Galina Padovanskaja
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Date: Mon, 21 May 2007 14:38:37 +0200
POEMA ERETICO
Vado sul lastrico
a Velo d'Astrico.
E' una mattina grigia,
mi strapego la valigia,
inciampo nel marciapiede,
sono un po' sbronza, si vede.
Quattro limoncini
appena due grappini,
una macedonia col marsala...
Che bala!
Lì lungo i bastioni
incontro Berlusconi,
rimasto senza .......
Fuggo in tutta fretta,
mi celo in un luogo pio:
non sono stata io,
ma mi aspetto vendetta.
Galina Padovanskaja
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